A fine agosto, senza alcun preavviso, la più grande azienda produttrice di carne
bovina nel mondo ha chiuso varie fabbriche in Brasile, tra cui quella della
città di Presidente Epitácio, nella zona interna di São Paulo, la cui attività
principale era la lavorazione della carne. Sirel ha conversato con Carlucio
Gomes da Rocha, presidente del Sindacato dei Lavoratori dell’Industria
dell’Alimentazione del comune di Presidente Prudente, il quale rappresenta i
lavoratori della già menzionata fabbrica.
-Quanti sono i lavoratori interessati direttamente dalla chiusura della fabbrica
di Presidente Epitácio?
-I lavoratori licenziati sono circa 1.300, ai quali dobbiamo aggiungere i
lavoratori delle fabbriche di Curitiba (Paraná) e di Maringá (Minas Gerais).
-Quali sono stati gli argomenti presentati dall’azienda per giustificare questi
licenziamenti intempestivi?
-L’azienda non ha dato nessun argomento valido che giustificasse queste misure,
è comunque risaputo che
JBS-Friboi
trasferirà queste fabbriche in altri Stati brasiliani e addirittura in altre
località all’interno degli Stati in cui possiede già fabbriche per la
lavorazione della carne.
Il posto più attrattivo per l’impresa è in questo momento il Mato Grosso do Sul,
dove è in corso una specie di guerra fiscale che favorisce le aziende che
investono nella zona, attraverso forti agevolazioni di natura impositiva.
Purtroppo, in Brasile la legislazione non obbliga le aziende a notificare
ai lavoratori il licenziamento con un periodo di preavviso e nemmeno regola il
trasferimento delle fabbriche in altri Stati.
JBS ha chiuso la fabbrica all’improvviso, senza nessun preavviso e
senza comunicarlo ai propri lavoratori |
La fabbrica è stata chiusa all’improvviso, senza nessun preavviso e senza
comunicarlo ai propri lavoratori.
-Questo gruppo ha ricevuto un importante sostegno economico da parte della Banca
Nazionale per lo Sviluppo Economico e Sociale (BNDES)…
-È vero e si tratta di una grande contraddizione. Mentre
JBS-Friboi
utilizza questi fondi che provengono da una banca la cui filosofia è quella di
generare sviluppo economico e sociale, l’azienda chiude fabbriche o trasferisce
la sua produzione in altri Stati e nessuno dice niente. È una cosa
inammissibile.
Questo è uno dei punti principali su cui dovremo discutere durante la riunione
di oggi, 6 settembre, nella Camera dei Rappresentanti dello Stato, alla quale
parteciperanno membri della BNDES, della Federazione dei Lavoratori
dell’Industria dell’Alimentazione dello Stato di São Paulo (FETIA-SP),
l’intendente di Presidente Epitácio e la nostra organizzazione sindacale.
L’obiettivo di questa tavola sarà cercare di invertire il processo di chiusura
della fabbrica, dato che l’impatto a livello sociale sarebbe temendo. La
lavorazione della carne rappresenta i due terzi dell’economia cittadina.
Noi rispettiamo i lavoratori,
i consumatori e il pianeta…
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