Durante il
mese di novembre, il dirigente sindacale del settore
Alimentari del Nicaragua e rappresentante della Uniòn
Internacional de los Trabajadores de la Alimentaciòn
per il Centroamerica (UITA), Marcial Cabrera, é stato
invitato in Italia dalla Associazione Italia-Nicaragua
e dalla UITA per poter incontrare, parlare e scambiare
informazioni con sindacati e organizzazioni che stanno
lavorando assiduamente sul caso Parmalat.
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Foto:
Angela Di Terlizzi |
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Come già riportato ampiamente in precedenza, l'enorme
crisi della Parmalat non ha coinvolto solo i
risparmiatori italiani, ma ha avuto pesanti
ripercussioni anche sui lavoratori, sia italiani che
stranieri che lavorano nelle filiali sparse per il
mondo.
Nel caso della Parmalat Nicaragua, si sono verificati
vari casi di violazione dei diritti sindacali
riconosciuti dalla Costituzione e dal Codice del
lavoro locale e dalla stessa Organizzazione
Internazionale del Lavoro (OIT), arrivando al
licenziamento di tre dirigenti appena eletti nella
rappresentanza sindacale.
Per questo motivo la Associazione Italia-Nicaragua e
la UITA hanno lanciato una enorme campagna di
pressione sulla Parmalat per il riconoscimento della
rappresentanza sindacale e per il reintegro delle
persone licenziate, nonché per una futura discussione
su un Contratto Collettivo interno all'impresa.
Proprio per questo motivo e di fronte alle continue
resistenze da parte della dirigenza della Parmalat
Nicaragua, si é deciso di invitare Marcial Cabrera in
Italia, in modo di far conoscere quanto stava
accadendo e soprattutto per prendere contatti con i
sindacati locali e con i partiti politici sensibili a
questa situazione di violazione dei diritti elementari
dei lavoratori e lavoratrici nicaraguensi.
Al ritorno abbiamo parlato con Marcial per sapere i
risultati di questa fitta serie di incontri e le
prospettive per il futuro.
"Prima di tutto mi sembra importante ringraziare tutte
le persone e soprattutto l'Associazione
Italia-Nicaragua per l'organizzazione e la serietà
dimostrata in questa esperienza in cui ho potuto
incontrare molte persone impegnate sul fronte politico
e sindacale.
I primi incontri sono stati a Roma con il Senatore
Luigi Malabarba, che ho ringraziato a nome di tutti i
lavoratori per l'appoggio che ci ha dato in questa
campagna di pressione alla Parmalat e poi con
Giancarlo Battistelli, segretario generale della
Federazione Italiana dei Lavoratori degli Alimenti
(FLAI - CGIL).
Un altro incontro importante é stato con Marco Consolo
del settore cooperazione internazionale del partito
della Rifondazione Comunista con il quale abbiamo
conversato per conoscere a fondo quanto é successo in
Italia con il Gruppo Parmalat. E' anche nata l'idea di
un lavoro a livello internazionale, per poter riunire
tutti i sindacati presenti nelle varie filiali della
Parmalat a livello latinoamericano con i sindacati
italiani ed elaborare una strategia sindacale comune
di fronte alle future manovre della multinazionale
italiana.
Questa riunione potrebbe avvenire durante il prossimo
Forum Sociale Mondiale di Porto Alegre che si svolgerà
nel 2005. Questa idea é per ora già condivisa dalla
FLAI, dal sindacato Parmalat di Parma e dalla stessa
UITA.
Sarebbe uno strumento importantissimo dato che il
Commissario Straordinario Enrico Bondi sta elaborando
un Piano Industriale che dovrà presentare in dicembre.
All'interno di questo Piano é già stato firmato un
Protocollo d'Intesa tra il Governo italiano, la
Parmalat e le tre Centrali sindacali italiane. in
questo accordo si stipula che all'interno del Piano
industriale si dovranno prendere in considerazione i
sindacati e questo non solo a livello italiano, ma
anche nelle filiali straniere. Per noi questo é
fondamentale perché ci da gli strumenti per cominciare
una negoziazione con la Parmalat Nicaragua.
Cia siamo anche riuniti con la gente della FLAI di
Milano all'interno di una conferenza stampa con la
presenza dei mezzi d'informazione e con il sindacato
di Parma dove c'é la sede centrale della Parmalat.
Le nostre esposizioni vertevano sempre sul bisogno
primario del rispetto dei diritti sindacali della
Parmalat Nicaragua e il reintegro dei lavoratori
licenziati.
L'appoggio da parte della gente incontrata é stato
totale e sono iniziate una serie di comunicazioni che
abbiamo l'intenzione di mantenere in modo costante per
poter informare su quanto accade in Nicaragua con la
lotta dei lavoratori della Parmalat.
Ci hanno anche dato la garanzia che nel caso di
qualsiasi problema saranno pronti per mobilitarsi
chiedendo il rispetto dei diritti dei lavoratori.
Abbiamo anche chiesto ai sindacati italiani che ci
aiutino con il finanziamento di corsi di formazione
sindacale per i lavoratori che si stanno iscrivendo
alla nostra organizzazione sindacale interna
all'impresa Parmalat dato che la maggior parte é la
prima volta che stanno affrontando questa esperienza.
Se andrà in porto il Piano industriale di Enrico
Bondi, la Parmalat tornerà in mano ai privati e quindi
dobbiamo essere pronti e ben formati per poter
affrontare il futuro e le negoziazioni con l'impresa.
Per esempio nel protoccolo firmato si prevede che con
la ristrutturazione dell'impresa ci potranno essere
diminuzioni di personale e il protocollo prevede tutta
una serie di norme per garantire una buona uscita ai
lavoratori licenziati. Dobbiamo essere pronti per far
valere questi diritti firmati in Italia, ma validi per
tutte le filiali a livello mondiale.
Abbiamo anche incontrato il Responsabile del Personale
della Parmalat, Dott. Paolo Aceto, con il quale ho
avuto modo di parlare e confrontarmi per circa due ore
di intenso dibattito.
Dopo un inizio molto teso la conversazione é
migliorata e alla fine siamo riusciti a strappare la
sua disponibilità a comunicarsi con la dirigenza della
Parmalat Nicaragua per rivedere la posizione circa le
persone licenziate.
Alla fine é stata un'opportunità molto importante per
tutti i lavoratori della Parmalat Nicaragua ed é
risultato evidente che la Campagna lanciata dalla UITA
e dall'Associazione Italia-Nicaragua ha colpito nel
segno. Sono stati migliaia i messaggi arrivati alla
Parmalat, sia in Italia che in Nicaragua e questo ha
creato timore perché veniva toccata pesantemente
l'immagine dell'impresa in un momento già molto
delicato per il suo futuro.
Voglio quindi ringraziare anche le migliaia di persone
che hanno inviato i messaggi e che grazie anche a
loro, siamo riusciti ad avere una rappresentanza
sindacale all'interno della Parmalat Nicaragua che ci
permetterà di difendere i diritti dei lavoratori e
delle lavoratrici. Tutto ciò ci ha anche permesso di
arrivare fino in Italia e stabilire contatti concreti
con il mondo sindacale e politico italiano e riunirci
con la dirigenza della Parmalat.
I primi risultati di questo viaggio sono già evidenti.
Il 23 novembre ci siamo riuniti con la Responsabile
del Personale della Parmalat Nicaragua, la signora
Norma Medina, che era già al corrente del mio viaggio
ed abbiamo richiesto nuovamente il reintegro dei
lavoratori licenziati, dando anche la nostra
disponibilità a firmare un accordo in cui fissare i
termini per il reintegro al loro posto di lavoro.
Quello che vogliamo é che si rispetti il diritto alla
libertà sindacale riconosciuta dalla Costituzione, dal
Codice del lavoro e dai Trattati internazionali.
Se la cosa andrà in porto ci impegneremo a convocare
una conferenza stampa in cui manterremo un profilo
basso, senza eccedere in trionfalismi ma dando risalto
al fatto che, alla fine, é stata fatta giustizia. Il
30 novembre avremo una nuova riunione in cui l'impresa
darà una risposta alle nostre richieste. Fino a quella
data si continuerà la Campagna e se la risposta fosse
negativa, organizzeremo nuove iniziative con l'aiuto
della solidarietà internazionale fino ad ottenere i
risultati che ci proponiamo.
Attualmente sono in corso due tipi di denuncia per i
licenziamenti illegali effettuati dalla Parmalat
Nicaragua. La prima é di tipo amministrativo ed é
stata presentata al Ministero del lavoro e per la
quale stiamo entrando nel periodo di presentazione
delle prove, mentre la seconda denuncia é di tipo
giudiziale ed é stata presentata per gli stessi motivi
presso il Tribunale del Lavoro. Entrambe le denunce
hanno tempi lunghi e quindi speriamo che la situazione
si risolva attraverso altri canali senza dover
arrivare a una sentenza giudiziale ed amministrativa,
anche perché le persone licenziate sono già quasi tre
mesi che non lavorano e con la situazione difficile
che si vive in Nicaragua diventa problematico poter
sopravvivere senza un salario.
All'interno dell'impresa la nostra rappresentanza
sindacale continua con il suo lavoro e nei prossimi
giorni avremo una riunione con l'impresa proprio per
definire una serie di aspetti che riguardano la
relazione tra impresa e sindacato e i meccanismi di
comunicazione tra le due parti, fissando riunioni
periodiche di valutazione e confronto sui vari aspetti
che riguardano la relazione tra impresa e lavoratori.
E' evidente che la nascita e il riconoscimento della
rappresentanza sindacale é un boccone che l'impresa fa
ancora fatica a digerire, ma sembra che la situazione
si sia calmata e che comincino ad accettare la nuova
situazione.
L'impresa ha emesso nei giorni scorsi un comunicato
nel quale informa che concederà una serie di benefici
tra cui aumenti di stipendio in vari reparti, la
revisione della struttura posto di lavoro-salario, il
riconoscimento del 50% delle spese quotidiane per
l'alimentazione dei lavoratori, la celebrazione dei
compleanni dei lavoratori e alcune altre cose. E'
chiaro che l'intento della Parmalat é di dimostrare a
chi non é ancora affiliato al sindacato che non c'é
bisogno di organizzarsi sindacalmente perché l'impresa
sta concedendo benefici senza il bisogno di una
contrattazione.
Da parte nostra stiamo invece cercando di spiegare che
se l'impresa sta facendo questo é proprio perché
esiste ora una rappresentanza sindacale che avrà tutti
gli strumenti per fare richieste e contrattare
maggiori benefici per i lavoratori stessi.
E' stato fatto un buon lavoro per cercare di affiliare
sempre più gente ed attualmente sono circa 200 i
lavoratori e lavoratrici che si sono iscritti di 570
esistenti in tutto il paese.
In conclusione, i prossimi passi da fare saranno la
preparazione della bozza di Contratto Collettivo
da sottoporre all'impresa all'inizio del nuovo anno,
iniziare un'intensa campagna di formazione
sindacale per i nostri iscritti e soprattutto per
coloro che sono all'interno della Direttiva sindacale.
All'interno di questi corsi prepareremo la gente su
temi come Diritto del Lavoro, Tecniche e Strategie di
negoziazione, Comunicazione sindacale, Amministrazione
sindacale e Sindacalismo. Questo sarà fondamentale per
i nuovi quadri per potersi confrontare in modo serio
con l'amministrazione dell'impresa. Un terzo punto
fondamentale sarà quello di ottenere il reintegro
dei lavoratori licenziati e avviare un rapporto
positivo con l'impresa per il rispetto dei diritti
dei lavoratori e lavoratrici.
Per tutto questo sarà fondamentale mantenere i
rapporti con la gente in Italia e con i sindacati
italiani con cui mi sono impegnato a mantenere una
comunicazione fluida e continua.
Se nel mondo di oggi ormai tutto si é globalizzato,
abbiamo però la dimostrazione che anche la solidarietà
si sta globalizzando e questo é uno strumento
fondamentale per tutti noi. Strumenti come il computer
e internet, che originariamente erano stati inventati
per i ricchi, per il capitale e per la borghesia
mondiale, stanno ora diventando fondamentali anche per
le persone povere, per i lavoratori e per i sindacati
proprio in vista di questa globalizzazione della
solidarietà e la Campagna della UITA e
dell'Associazione Italia-Nicaragua ne é una
dimostrazione chiara per i risultati che ha dato".
Giorgio Trucchi
29-11-2004