Comunicato stampa 19/11/2010
LA
"VARIABILE" COERENZA DI JBS
(socia paritetica con
Cremonini di INALCA JBS)
Sabato
16 ottobre 2010 sui principali quotidiani nazionali (Il Corriere
della Sera e La Repubblica) e locali, è apparsa una pagina
pubblicitaria acquistata da JBS, il socio brasiliano che
detiene il 50% di INALCA JBS (Gruppo Cremonini),
famoso per le quotidiane diatribe a colpi di denuncie e contro
denuncie con il socio italiano.
In quella pagina, oltre a propagandare crescita sostenibile e
rispetto del pianeta, si afferma anche il rispetto dell'ambiente e
delle persone. Si afferma, inoltre, la priorità per il bene comune,
la fiducia nei clienti, dei fornitori e dei collaboratori. Parole e
affermazioni, importanti e significative, all'altezza di un'impresa
che vuole competere nel terzo millennio investendo nella
"responsabilità sociale", nelle persone e nell'ambiente.
Lunedì 18 ottobre 2010, ricevo dai colleghi sindacalisti della
UITA (sindacato unitario internazionale del settore
agroalimentare) una intervista al presidente del sindacato dei
"lavoratori della carne e dei derivati" di Campo Grande, dello Stato
Mato Grosso do Sul (Brasile), in cui si descrive una dura
lotta dei lavoratori di un macello, controllato dalla JBS che
stride pesantemente con i millantati valori citati sulla pagina
pubblicitaria di Repubblica di sabato scorso.
Da oltre quindici giorni 2.000 lavoratori del macello di Mato
Grosso, sono in sciopero per chiedere l'affermazione di diritti
fondamentali, come ad esempio: il pagamento di tutte le ore di
straordinario, la salute dei lavoratori, meno ore di lavoro (undici
o dodici giornalieri che nei macelli sono estremamente massacranti)
e riduzione dei ritmi di lavoro molto alti.
Oltre a questo leggo che la società controllata da JBS tenta
di sostituire i lavoratori in sciopero con altri lavoratori non
dipendenti di quell'azienda che, da quanto si apprende, dovrebbe
essere anche in Brasile un'azione illegale.
Oltre a questa deprecabile azione antisindacale, la società
multinazionale brasiliana, avrebbe minacciato i lavoratori che
decidevano di aderire agli scioperi.
Nella giornata odierna ho inviato un messaggio di solidarietà ai
colleghi sindacalisti brasiliani, informandoli della contraddittoria
campagna pubblicitaria che la JBS ha attivato in Italia.
La vertenza dei colleghi brasiliani ha alcune analogie con quella
che stiamo affrontando con l'INALCA JBS qui a Modena, le
quali sono: rispetto dei contratti e rispetto delle persone.
Una analogia che è ormai comune a tutto il settore della
macellazione bovina e suina, in Italia, in Europa e
nel Pianeta. Analogie che dimostrano un livello di sfruttamento,
illegalità e non rispetto dei diritti dei lavoratori che ormai non
ha più confini e che tendono tutti a livellarsi alle condizioni più
basse. Livellamento portato avanti anche da multinazionali senza
scrupoli in ogni luogo del Pianeta.
Anche questi sono gli effetti perversi di questa globalizzazione
economica, ma quello che non è accettabile è che ciò avvenga in
aziende che propagandano rispetto delle persone e crescita
sostenibile.
Auspico che la JBS ritorni sui suoi passi, trattando
seriamente con i sindacati brasiliani, mantenendo coerenza con ciò
che hanno dichiarato qui in Italia.
L'intervista al presidente del sindacato brasiliano può essere letta
nel seguente link:
Umberto Franciosi,
Segretario sindacato agroindustria Flai/Cgil Modena
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