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   Italia - Frigoríficos

Con Umberto Franciosi

JBS un'azienda

del Jurassic Park

Organizzazioni sindacali
si preparano per nuove mobilitazioni

 

Il comunicato stampa della FLAI/CGIL, diffuso lo scorso 15 marzo 2010, segnala l'atteggiamento intransigente e violatorio della normativa sul lavoro da parte di Inalca-JBS (Gruppo Cremonini), nel suo stabilimento di Castelvetro di Modena. Di fronte alla disponibilità mostrata dalle organizzazioni sindacali FLAI/CGIL e UILA/UIL, entrambe affiliate alla UITA, e dalle Rappresentanze Sindacali Unitarie (RSU), per riprendere il tavolo di trattativa per il rinnovo del Contratto Aziendale, Inalca-JBS ha risposto chiudendo qualsiasi spazio di dialogo.

 

 

Per analizzare il momento che si sta vivendo nello stabilimento di Inalca-Jbs a Castelevetro, Sirel ha conversato con Umberto Franciosi, segretario generale della FLAI /CGIL Modena. 

 

-Qual è la situazione attuale? 

-C'è una chiara strategia dell’azienda di volere frustrare qualsiasi tentativo di dialogo e si stanno anche violando le norme sul lavoro. 

 

Il Contratto Aziendale che è scaduto 14 mesi fa non è mai stato disdettato e l’azienda dovrebbe continuare ad applicarlo. Nonostante ciò, si sta rifiutando di riconoscere i premi di produzione previsti dal Contratto e che nel passato sono sempre stati pagati. 

 

Si tratta di un'evidente provocazione, perché dal punto di vista del diritto del lavoro se apriamo una vertenza contro l’azienda abbiamo molto buone possibilità di vincerla e questa è una delle decisioni che prenderemo nei prossimi giorni con tutti i delegati sindacali. 

 

-Come stanno vivendo questo momento i lavoratori e le lavoratrici? 

-I nostri rappresentanti sindacali ci hanno detto che c’è molta tensione e collera, soprattutto nell'area di produzione di hamburger. 

 

Abbiamo avuto un segnale molto importante durante lo sciopero nazionale indetto lo scorso 12 marzo dalla CGIL. Nello stabilimento di Castelvetro la partecipazione è stata molto alta, con il blocco di varie linee di produzione. 

 

-Qual è la percezione della FLAI rispetto a questo atteggiamento dell’azienda? 

-Nell’Inalca-JBS c'è stato un forte cambiamento nell’assetto dirigenziale. Ci sono persone che non hanno le sufficienti qualità per gestire un’azienda in quest’epoca, con un atteggiamento tipico dei dirigenti di 30 o 40 anni fa. 

 

Questa parte della dirigenza si rapporta con le persone usando strumenti e metodi che non fanno altro che produrre tensioni e questo ci preoccupa molto, perché è una parte maggioritaria che gode della fiducia di Luigi Cremonini, presidente del Gruppo Cremonini

 

Questo cambiamento si evidenzia ancora di più nelle relazioni sindacali. Negli ultimi 10 anni abbiamo ottenuto, per i lavoratori e le lavoratrici, discreti risultati in relazione ai loro diritti lavorativi ed economici ed anche l’azienda aveva dimostrato dei passi in avanti rispetto alla sua relazione con le organizzazioni sindacali. 

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Il rispetto delle regole, dei diritti, dei Contratti e delle leggi è qualcosa

che le imprese moderne, i grandi gruppi, come il Gruppo Cremonini

con 6 mila dipendenti in tutta l'Italia, devono cominciare a prendere

seriamente in considerazione. 

 

Ciò che stiamo vedendo in questi ultimi mesi ci fa pensare che

Inalca-JBS (Gruppo Cremonini) non sia oramai interessata a

questi aspetti. 

 

-Qual è l'importanza del sostegno internazionale della UITA? 

-È molto importante, soprattutto se prendiamo in considerazione che siamo

di fronte a JBS, un’azienda che è la più grande produttrice di carne bovina nel mondo ed in un contesto dove si sta riflettendo molto seriamente sull'impatto ambientale di questo settore. 

 

Dovremmo arricchire questa lotta con contenuti più forti ed il fatto

di potere stare in contatto a livello internazionale con altre organizzazioni

è fondamentale per noi.

 

-Di fronte a quest’atteggiamento di Inalca-JBS, che misure prenderete nel futuro? 

-I rappresentanti sindacali si riuniranno nei prossimi giorni per decidere quali misure adottare e con che modalità. Io spero che decidano di mandare un segnale immediato all’azienda, affinché capisca che l'unica soluzione è tornare alla trattativa. 

 

Purtroppo, la mia impressione è che Inalca-JBS voglia continuare con questo atteggiamento di chiusura. Ci stiamo quindi avviando verso un nuovo sciopero di 8 ore e dopo convocheremo nuovamente i lavoratori e le lavoratrici per decidere nuove misure di pressione.

 

A Managua, Giorgio Trucchi

Rel-UITA

19 marzo 2010

 

 

 

 

Foto: FLAI/CGIL

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