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Honduras

Rel-UITA invia lettera al Presidente dell’Honduras, Porfirio Lobo Sosa

Atto intimidatorio contro l’abitazione di Porfirio Ponce

 

 

 

Regional Latinoamericana
Unión Internacional de Trabajadores de la Alimentación,
Agrícolas, Hoteles, Restaurantes, Tabaco y Afines (Rel-UITA)


   

Comité
Ejecutivo
Latinoamericano:


Presidente
Argentino Geneiro
UTHGRA
Argentina

Vicepresidenta
Neuza Barbosa
CNTA
Brasil

Carolina Llanos
UATRE
Argentina

Héctor Ponce
ATILRA
Argentina

Silvia Villaverde
FAOPCHPYA
Argentina

Alberto Broch
CONTAG
Brasil

Siderlei de Oliveira
CONTAC
Brasil

Luis A. Pedraza
UNAC
Colombia

Guillermo Rivera
SINTRAINAGRO
Colombia

Edwin Ranchos
FESTRAS
Guatemala

Gerardo Iglesias
Secretario Regional

 

Sig. Presidente dell’Honduras 

Porfirio Lobo Sosa 

    

Siamo stati informati che giovedì scorso, 11 febbraio, la casa di Porfirio Ponce, vicepresidente della nostra organizzazione affiliata, il Sindacato dei Lavoratori dell'Industria delle Bevande e Simili (STIBYS), è stata assaltata da un commando formato da individui armati ed incappucciati. 

 

Questo grave fatto non è isolato. Secondo la denuncia fatta dal Comitato dei Familiari di Detenuti Scomparsi in Honduras (COFADEH), " Il Sindacato dei Lavoratori dell'Industria delle Bevande e Simili (STIBYS), è stato costantemente oggetto di persecuzione ed intimidazione, situazione che si è acutizzata a partire dal 28 giugno 2009, giorno del colpo di Stato.

 

Il 26 luglio 2009, a mezzanotte, è scoppiata una granata di frammentazione all'interno della sede del sindacato. Un membro della Resistenza, che quello stesso giorno stava uscendo dagli uffici del sindacato, è stato attaccato con pallottole di gomma. 

 

Lo scorso mese di agosto, sconosciuti hanno sparato contro l’edificio dello STIBYS. Tre pallottole hanno colpito le finestre del salone. 

 

L’11 agosto, le principali entrate dell’edificio del sindacato sono state militarizzate. Un contingente di soldati ed un mezzo corazzato sono stati posizionati dalle quattro del pomeriggio davanti all’edificio e ci sono rimasti fino al giorno 12 agosto, ostacolando l’arrivo della gente della Resistenza che in quei giorni stava utilizzando la sede del sindacato come punto di ritrovo e di alloggio. Tre persone che sono entrate nella sede sono poi state fermate ed accusate di furto ed incendio aggravato. 

 

Il 28 novembre, l'Esercito ha nuovamente militarizzato la sede del sindacato. Un mezzo corazzato militare provvisto di cannone è stato piazzato davanti all’entrata principale". 

 

A tutto ciò dobbiamo aggiungere la selvaggia repressione che ha subito alla fine di luglio il presidente dello STIBYS ed integrante del Comitato Esecutivo Mondiale della UITA, Carlos H. Reyes, il quale ha subito una grave frattura al polso, ferita per la quale si trova ancora sotto trattamento medico. 

 

Allo stesso modo, dal 27 gennaio, giorno in cui Lei si è insediato alla Presidenza dell’Honduras, organismi dei diritti umani honduregni hanno rilevato "tre attentati contro persone, nove sequestri, due casi di violenza sessuale contro donne e la morte di tre persone, tra esse due sindacalisti: Vanesa Zepeda, del SITRAIHSS, e Julio Funes Benítez, del SITRASANAAYS, entrambi membri attivi della Resistenza. 

 

Si sono anche prodotte perquisizioni illegali in vari quartieri e località del paese, condotte dalla Polizia nei confronti di cittadini che si identificano con la Resistenza. 53 persone sono state fermate dalla Polizia Preventiva, il comune denominatore degli interrogatori ai detenuti è stato la ricerca di armi e denaro". 

 

La UITA, ed in modo particolare questa Segreteria Regionale Latinoamericana, abbiamo vissuto durante molti anni tutte le dittature che, purtroppo, si sono installate nel nostro continente. Abbiamo accumulato una triste, ma molto viva esperienza sulle caratteristiche dei vari metodi repressivi con i quali si vuole piegare la lotta dei popoli per una vita migliore. E non li dimentichiamo. 

 

I fatti che da alcuni mesi prima del suo insediamento sono avvenuti in Honduras, e quelli che stiamo denunciando ora, hanno una tragica similitudine con quelli accaduti negli anni 70 nel Cono Sud. È stata chiamata “guerra sporca" e consisteva nell'intimidazione, la persecuzione e l’eliminazione dei principali dirigenti e militanti politici e sociali che si opponevano ai regimi militari che hanno distrutto la regione. 

 

Per fare tutto ciò sono stati utilizzati in modo parzialmente occulto le stesse strutture repressive e personale dello Stato appositamente addestrato. È quanto accaduto con il commando che ha assaltato la casa di Porfirio Ponce, i cui membri hanno dimostrato di essere perfettamente addestrati ed organizzati, portandosi via solamente il computer portatile del nostro compagno. E questo nonostante il posto si trovasse a poca distanza da una delegazione della Polizia, la quale si è presentata sul posto più di mezz'ora dopo la fuga del commando. 

 

In qualsiasi parte del pianeta, questi fatti si chiamano “terrorismo di Stato” ed “impunità”, in modo speciale nella nostra regione latinoamericana dove abbiamo sofferto a lungo di questi crimini. 

 

Sig. Presidente, la nostra organizzazione ripudia e condanna questi attacchi alla libertà individuale, alla libera espressione delle idee, al diritto di organizzazione e partecipazione sociale e politica all’interno delle regole democratiche, e li qualifica come propri di regimi dittatoriali, poiché chi li esegue ubbidisce ad ordini superiori, riceve protezione dagli organi di sicurezza dello Stato, e fanno parte loro stessi dei corpi repressivi o di difesa dello Stato. 

 

Una dittatura non si definisce solamente per il fatto di avere abbattuto un governo democratico con l’uso delle armi, ma anche quando un governo – non importa di quale tendenza politica - mette lo Stato al servizio di violentatori, torturatori ed assassini che eseguono questi crimini in beneficio degli interessi di una minoranza afferrata al potere. 

 

È per questo che lanciamo questo appello e facciamo questa riflessione, affinché Lei prenda posizione su questi fatti, poiché a partire da questo momento lo considereremo politicamente e personalmente responsabile della sicurezza dei nostri compagni e compagne dello STIBYS, così come di tutte e tutti gli attivisti e militanti che lottano democraticamente nell’esercizio dei loro diritti, perfino il diritto ad una trasformazione sociale in cui il paese transiti per rotte di equità e solidarietà e smetta di stare al servizio di un gruppo di compagnie e di tristi personaggi. 

 

Proclamiamo in questo modo il nostro stato di massima allerta su quanto sta accadendo in Honduras, e annunciamo che seguiremo permanentemente – come già lo stiamo facendo dal 28 giugno 2009 – ciò che accadrà nel futuro, utilizzando tutti gli strumenti della nostra solidarietà internazionale per dare il totale sostegno alle nostre organizzazioni affiliate e alla democrazia in Honduras.

 

Ci auguriamo che Lei possa dare segnali di cambiamento a questa situazione che sta danneggiando gravemente le basi della convivenza democratica in Honduras. 

 

Distinti saluti

 

Gerardo Iglesias 

Segretario Regionale UITA 

 

 

c/C

 

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